Donne e legalità: è all’insegna di questo binomio che la Provincia di Reggio Emilia ha celebrato quest’anno l’8 marzo, con un tributo alle prime testimoni di giustizia che, con il loro coraggio, hanno infranto il muro dell’omertà pagando spesso un prezzo altissimo. E’ la storia di donne come Piera Aiello e della cognata Rita Atria, morta suicida dopo la strage di via D’Amelio. E’ la storia delle “donne del digiuno” palermitane che, nell’estate del 1992, si ribellarono alla spirale di violenza culminata in Sicilia con la morte dei giudici Falcone e Borsellino.
Proprio Piera Aiello è stata ospite della Provincia nell’ambito dell’iniziativa in programma nella sala del Consiglio, organizzata in collaborazione con il consorzio Oscar Romero. Con lei anche Petra Reski, giornalista, autrice del libro “Rita Atria. La picciridda dell’antimafia”. La parola come arma è stata il tema filo conduttore dell’incontro che a cui hanno partecipato anche la presidente della Provincia Sonia Masini e Vera Romiti, coordinatrice del Forum Provinciale delle Donne.
La storia di Piera Aiello s’intreccia con quella delle donne palermitane che nell’estate del 1992, dopo la strage di via D’Amelio, sentirono la necessità di reagire al destino di morte che invadeva Palermo e al dolore che univa molti siciliani. Le “donne del digiuno” decisero di non rassegnarsi ma di dar voce, insieme, al desiderio di cambiamento che le accomunava: occuparono per un mese piazza Castelnuovo, al centro della città, attuando a turno tre giorni di sciopero della fame. Di quell’esperienza hanno parlato, sempre il 9 marzo, Daniela Dioguardi, responsabile della biblioteca donne Udi di Palermo e Angela Lanza curatrice del libro “Ho fame di giustizia”.
L’iniziativa promossa dalla Provincia in occasione della festa della donna s’inserisce nella più vasta attività dell’ente sui temi della legalità e del contrasto alle infiltrazioni mafiose.