La Fondazione Palazzo Magnani ha aperto la stagione autunnale con due entusiasmanti eventi presso i Chiostri di San Pietro, che hanno donato grande vivacità culturale alla città: settembre, infatti, ha visto la Fondazione protagonista insieme al Comune di Reggio Emilia, della prima edizione del festival di Internazionale Kids – prodotto in collaborazione con la redazione di Internazionale – e dell’apertura della mostra “Caleidoscopica. Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli” – che ha registrato in soli tre giorni più di 500 ingressi.
Oggi la Fondazione Palazzo Magnani è pronta a raccontare le attività future che completano il programma di mostre ed eventi fino alla prossima primavera e che saranno come sempre focalizzati sulla linea di confine tra i linguaggi del contemporaneo.
La storica sede di Palazzo Magnani sarà interessata da lavori di manutenzione e dal rinnovo dell’allestimento, per cui è stato lanciato in questi mesi un concorso di progettazione architettonica, che si è appena concluso. Il progetto di ristrutturazione, promosso dalla Provincia di Reggio Emilia (proprietaria dello storico palazzo) insieme alla Fondazione Palazzo Magnani, “permetterà di rendere la sede espositiva, che da più di vent’anni offre ai visitatori occasioni di incontro e scambio – uno spazio ancora più funzionale, attrattivo e inclusivo – ha sottolineato la Vicepresidente della Provincia, Ilenia Malavasi, che aggiunge: – i lavori, per un importo di 220.000 euro, sono in fase di aggiudicazione e dovrebbero iniziare a ottobre per concludersi entro il marzo del prossimo anno. Altri 280.000 euro, suddivisi tra Provincia e Fondazione, sono invece stati previsti per il concorso di idee, conclusosi ieri, finalizzato alla realizzazione del nuovo allestimento di Palazzo Magnani, comprensivo del rifacimento dell’impianto elettrico e dei nuovi corpi illuminanti, per rendere ancora più accogliente la sede espositiva”.
A Palazzo da Mosto, sarà ospitata una mostra molto particolare, nata nel segno del dialogo e della sperimentazione, grazie al contributo della Fondazione Manodori e alla disponibilità di questo splendido palazzo.
La Fondazione Manodori – ha detto il presidente, Romano Sassatelli – ha voluto mettere Palazzo da Mosto a disposizione della comunicatà, come centro per la cultura e l’educazione. Un collettore di idee e di proposte in cui confluiscono progetti ricchi di contaminazioni. Stiamo uscendo da un periodo complicato e mai come ora c’è bisogno di bellezza e di cultura per ripartire ed intravedere nuovi orizzonti. Ci auguriamo che le iniziative che stanno nascendo contribuiscano a dare nuova linfa al nostro tessuto sociale”.
Dal 12 novembre 2021 al 16 gennaio 2022, infatti, la Fondazione Palazzo Magnani insieme alla Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto presentano ORIZZONTI DEL CORPO. Arte / Danza / Realtà Virtuale, un progetto inedito che unisce arti visive, performative e tecnologia in un continuo scambio: l’arte, con le opere di tredici artisti contemporanei invitati negli spazi di Palazzo da Mosto; la danza, con le MicroDanze ideate da cinque coreografi internazionali in un dialogo con le opere moltiplicatore di emozioni; la tecnologia, con strumenti virtuali e immersivi che consentiranno ai visitatori di proiettarsi nelle performance per tutta la durata della mostra, permettendo loro di incontrare sia la fisicità dei danzatori che la materia dell’arte in un modo del tutto inedito, innescando una nuova relazione con lo spazio.
Il percorso espositivo, a cura di Marina Dacci, si sviluppa in otto sale dello storico Palazzo da Mosto mettendo in connessione installazioni danzate (le MicroDanze) con una trentina di opere d’arte contemporanea dei tredici artisti contemporanei invitati. Leonardo Anker Vandal, Bianco-Valente, Fabrizio Cotognini, Antonio Fiorentino, Silvia Giambrone, Gianluca Malgeri, Matteo Montani, Mustafa Sabbagh, Vincenzo Schillaci, Namsal Siedlecki, Sissi e Giovanni Termini sono artisti italiani o che vivono da tempo in Italia: le loro opere, per vocazione e assonanza, sono affiancate da sei MicroDanze nate da un’idea di Gigi Cristoforetti, direttore generale della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto e ideate da cinque coreografi: Saul Daniele Ardillo, Philippe Kratz, Ina Lesnanowski, Angelin Preljocai, Diego Tortelli. Si tratta di performance di pochi minuti, per uno due o tre interpreti, destinate a spazi ristretti e a una fruizione espositiva. Le sei MicroDanze ospitate a Palazzo da Mosto sono parte di un corpus di dodici performance brevi coprodotte dalla Fondazione Palazzo Magnani e dalla Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, affidate a coreografi nazionali e internazionali, sia giovani che affermati e il cui debutto europeo è fissato ad Atene il 9 e 10 ottobre 2021, nell’ambito del progetto europeo AN IDEAL CITY, in partnership con Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles e la Greek National Opera di Atene, co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea.
“Non è inusuale l’abbinamento tra danza e arte – sottolinea Marina Dacci, curatrice della parte espositiva – ma in questo progetto si innestano ulteriori nuovi elementi in cui la fisicità dei danzatori e la materia dell’arte si affiancano a una tecnologia virtuale immersiva che consente di affrontare, con strumenti differenti, la prossemica tra danzatore e spettatore. Questo progetto è pensato, fin dall’inizio, come scambio paritetico. L’arte, in questo contesto, non è proposta come “decorazione scenografica” della danza, bensì come elemento arricchente, moltiplicatore di evocazioni e suggestioni che si snoda in un coerente percorso parallelo. Queste reciprocità, fatte di incroci e sovrapposizioni, di molteplici stimoli visivi e sonori, generano risonanze che incoraggiano il visitatore a vivere un’esperienza potente.”
“MicroDanze è un ambizioso progetto di performance “danzate”. – afferma Gigi Cristoforetti, direttore generale della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto – inizialmente pensato per una fruizione espositiva. Si è poi evoluto fino all’attuale triplice formato, che guarda tanto all’arte pubblica quanto all’innovazione tecnologica. Alcune MicroDanze saranno perciò ambientate in seguito anche in spazi urbani, e altre sono trasferite in realtà virtuale a 360°. L’obiettivo è di aprirsi a spazi, pubblici, modelli di fruizione e processi creativi completamente nuovi e diversi uno dall’altro. Coreografie non frontali e non rigide, ma permeabili al contesto spaziale, capaci di dialogare con universi disciplinari differenti per promuovere l’intimità tra danzatore e spettatore. Sollecitando un’esperienza emotiva ed estetica tanto varia quanto originale. Stili e mondi espressivi si confrontano e si mescolano in un unico progetto rivolgendosi sia al pubblico dell’arte che a quello dello spettacolo dal vivo. “
Dal 9 dicembre 2021 al 13 marzo 2022, inoltre, un’importante produzione della Fondazione Palazzo Magnani – La vita materiale. Otto stanze Otto storie a cura di Marina Dacci – presentata nel 2018 a Palazzo da Mosto – valicherà i confini nazionali, giungendo a Bruxelles, negli spazi della CENTRALE for contemporary art col titolo LA VIE MATÉRIELLE.
La mostra, che verte sul legame tra arte e vita, intimità e socialità e sulla relazione sinestetica tra corpo e materia nel processo di produzione delle opere, è stata ripensata per lo spazio industriale belga e attualizzata con nuove produzioni. Le opere e la poetica delle 8 artiste italiane (Chiara Camoni, Alice Cattaneo, Elena El Asmar, Serena Fineschi, Ludovica Gioscia, Loredana Longo, Claudia Losi, Sabrina Mezzaqui) saranno affiancate a quelle delle 4 artiste che operano in Belgio (Lea Belloussovitsch, Gwendoline Robin, Lieve Van Stappen, Arlette Vermeiren) a cura congiunta di Carine Fol, direttrice artistica della Centrale, e di Marina Dacci.
Seguirà una primavera intensa e vivace, con Fotografia Europea, il festival di Reggio Emilia interamente dedicato alla fotografia contemporanea, promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia, in cui già il titolo preannuncia nuovi sguardi sul futuro.
“Fotografia Europea –racconta il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – ha chiuso da poco l’edizione della ripartenza, della città che si è fatta mostra, esposizione, dopo i lunghi mesi del Covid che avevano messo in ginocchio l’Italia intera, e già siamo pronti a ripartire con il tema del 2022. In questo specifico momento mi interessa sottolineare il grande sforzo di Reggio Emilia sulla cultura, testimoniato in particolare da un settembre senza precedenti, quello appena trascorso. La voglia, la tenacia della città tutta di tenere assieme sapere, socialità, dialogo e confronto. Lo ritengo un fatto di importanza vitale in una stagione ancora difficile, in cui le ferite inferte dalla pandemia sono ancora ben visibili in larghi strati della popolazione. Davvero, mi auguro, quella del 2022 sarà un’edizione partecipata e che potrà vederci tornare a godere di Fotografia sia nella sua dimensione di rassegna internazionale, sia nella sua propensione attraverso Off a diventare momento di apertura e di scambio verso l’altro”
La direzione artistica del festival, confermata nel team formato da Tim Clark, Diane Dufour e Walter Guadagnini, mantiene dunque la vocazione poetica dello scorso anno proponendo come
tema dell’edizione 2022 UN’INVINCIBILE ESTATE ispirata dalla frase del grande scrittore francese Albert Camus “Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate”.
In un momento come l’attuale, di passaggio e di crescita, successivo a un periodo di eccezionale complessità, la frase di Camus induce a una riflessione sulle forze interiori che guidano l’uomo nelle sue azioni in ogni momento della sua vita, sia esso “l’inverno”, sia essa l’attesa “estate”.
Un principio che vuole sottolineare un altro elemento della natura umana e della sua capacità di reazione alle avversità, alle difficoltà del momento: il coraggio, la capacità di affrontare non attraverso la speranza, ma attraverso le scelte concrete del presente, tutte le condizioni – favorevoli e sfavorevoli – che ci vengono proposte dal mondo.
Questo sarà il focus della nuova edizione, che animerà la città di Reggio Emilia dal 29 aprile al 12 giugno 2022.
“Abbiamo deciso di adottare “un’invincibile estate” – dichiara l’assessora Annalisa Rabitti – come tema per la nuova edizione di Fotografia Europea perché questa frase di Camus rispecchia lo spirito che vuole animare il festival. È l’invito a trovare dentro di noi la forza per superare l’inverno che ha investito il nostro spirito e il mondo della cultura a causa dell’emergenza pandemica. Si tratta di un tema di nuovo sognante – dopo l’edizione passata, dedicata a un celebre verso di Gianni Rodari “Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori!”- che riafferma la capacità dell’arte e della cultura di trovare questa “invincibile estate”, di accompagnarci verso orizzonti nuovi e necessari, in questo periodo così complesso. L’arte e la cultura non sono intrattenimento. Il mondo è cambiato, noi siamo cambiati e il festival non si sfila da questa responsabilità”.
La macchina di Fotografia Europea è già a lavoro e tra brevissimo sarà lanciata la Open call, la chiamata del festival che invita artisti e curatori a presentare progetti inerenti al tema di quest’anno, in cui i selezionati potranno far parte del circuito ufficiale delle mostre.