Patto per l’occupazione, sono 466 i lavoratori coinvolti

Si è insediato in Provincia in tavolo di coordinamento per l’Area Nord. Manghi: al lavoro per individuare i fabbisogni professionali delle imprese e il bando per la formazione

Si è insediato ieri mattina a Palazzo Allende il tavolo di coordinamento previsto dal Patto territoriale per l’occupazione dell’Area nord di Reggio Emilia, sottoscritto il 22 giugno scorso da Regione, Provincia, 20 Comuni, sindacati e organizzazioni imprenditoriali reggiane. Alla prima riunione del gruppo di lavoro, che è coordinato dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, erano presenti anche Roberto Ferrari dell’Assessorato alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna con un funzionario dell’Agenzia regionale per il lavoro, presidenti o loro delegati delle quattro Unioni comunali coinvolte, rappresentanti di Cna, Unindustria,  Confcommercio,  Confesercenti, Legacoop Emilia Ovest e Cgil.  

L’accordo  di giugno, come noto, ha l’obiettivo di definire linee di azione integrate di sostegno e sviluppo di un’area – praticamente tutta la Bassa reggiana e parte della Val d’Enza – con importanti potenzialità, ma in forte difficoltà in particolare nel settore dell’edilizia, delle costruzioni e attività collegate. “Difficoltà che purtroppo permangono e coinvolgono anche altri comparti, come le cronache di questi giorni confermano, e che rendono ancora più importante individuare al più presto gli strumenti in grado di garantire formazione, servizi e percorsi su misura per aiutare chi ha perso il lavoro a trovarne uno nuovo,  ma anche assistenza a chi vuole creare e sviluppare nuove attività imprenditoriali”, spiega il presidente Giammaria Manghi.   

La riunione di insediamento di ieri ha innanzitutto fornito le esatte dimensioni dell’impegno a cui sono chiamate le parti istituzionali, economiche e sociali del territorio. Sono infatti 466 i lavoratori dell’Area Nord iscritti ai Centri per l’impiego dopo aver perso il lavoro tra il primo gennaio 2016 e il 31 maggio scorso, e dunque oggetto del Patto: 330 uomini (la metà dei quali tra i 45 e i 59 anni) e 136 donne  (quasi due-terzi delle quali tra i 35 e i 49 anni). La metà dei 466 lavoratori non ha alcun titolo di studio, 25 sono i laureati, 104 i diplomati.

Due le direttrici di lavoro già individuate nel corso dell’incontro di ieri mattina. “La prima mira a raccogliere attraverso l’azione diretta di tutti i componenti, in particolare le associazioni categoria, gli esatti fabbisogni, in termini di professionalità e competenze, del nostro tessuto produttivo – continua il presidente Manghi – Inoltre ci si confronterà sui contenuti dei bandi per la formazione che la Regione finanzierà con fondi europei integrati da fondi regionali e nazionali, al fine di renderli il più possibile in grado di agevolare il ricollocamento dei lavoratori. Sicuramente sarà riproposta la procedura “just in time”, già positivamente sperimentata dalla Regione per fronteggiare la crisi dei 243 lavoratori della Philips-Saeco in mobilità dalla fine dello scorso anno”.

Partendo proprio dal “modello bando Saeco” – con un unico soggetto, in questo caso un consorzio di enti di formazione, che si è fatto carico del monitoraggio e dell’orientamento generale di tutti i lavoratori, realizzando poi di volta in volta (just in time) corsi di formazione di figure professionali specifiche sulla base delle necessità delle imprese – che può certamente già oggi rappresentare uno strumento replicabile nell’Area Nord con i necessari aggiustamenti, considerato che nell’Appenino bolognese si è di fronte alla crisi di una singola, grande azienda, mentre nel Reggiano sono diverse – e di diverse dimensioni – le imprese in difficoltà.  

Gli esiti di questi lavori sono attesi per settembre, quando il tavolo di coordinamento del Patto territoriale per l’occupazione dell’Area nord di Reggio Emilia tornerà a riunirsi.

 

 

Pubblicato: 29 Luglio 2017Ultima modifica: 25 Giugno 2020