Con la pubblicazione, a cura della Regione, dell’avviso di avvenuta approvazione sul BUR del 4 agosto 2004, è entrata in vigore la Variante generale 2002 al PIAE, approvata con deliberazione del Consiglio Provinciale n.53 del 26 aprile 2004.
Successivamente sono state approvate 3 varianti specifiche riguardanti esclusivamente i territori dei comuni di:
Castellarano, Variante PIAE 2012
Reggiolo, Variante PIAE 2014
Toano, Variante PIAE 2017
La documentazione delle varianti approvate, o in adozione, è consultabile nelle sezioni dedicate dell’area tematica Attività Estrattive
La ricerca di questo equilibrio ha imposto un rinnovato approccio ai problemi del territorio, attento in primo luogo alla tutela del territorio e all’uso razionale delle risorse naturali, che trova specifica applicazione nella metodologia utilizzata per la redazione del PIAE. Tale obiettivo è poi rafforzato dai contenuti dello stesso, che sono ispirati appunto ad una idea di sostenibilità ambientale nel governo del territorio.
L’autosufficienza, che implica il soddisfacimento del fabbisogno, è, in modo responsabile, il primo principio posto alla base del piano. Assieme alle altre province, ispirandosi allo stesso principio, si eviterà la commercializzazione fine a se stessa, quindi lo sfruttamento del territorio a fini meramente commerciali, perseguendo adeguati equilibri territoriali, in riferimento alla necessaria attenzione all’ambiente e ai suoi caratteri naturali, per le diverse realtà provinciali. Tale principio si fonda anche sulla consapevolezza che si tratta della pianificazione di una risorsa finita, per la quale, a tutt’oggi, non esistono valide alternative, pur ipotizzando nel piano, forse con un obiettivo ambizioso, il massimo utilizzo di materiali alternativi alla risorsa naturale: il 20% circa del fabbisogno complessivo pari a circa 8,7 milioni di mc. L’autosufficienza rappresenta inoltre un solido principio di responsabilità e maturazione di una diffusa coscienza dei problemi connessi alla sostenibilità ambientale del nostro modello di sviluppo. Corrispondere al fabbisogno di inerti della nostra provincia con inerti provenienti da altri territori, significa da un lato reperire gli stessi in zone dove potrebbero essere inferiori le tutele ambientali, esercitando a parità di materiale estratto una pressione ambientale superiore anche in termini di trasporto, significa d’altro lato esportare il problema ambientale che deriva da un bisogno locale, impedendo di fatto un processo di consapevolezza dei limiti del nostro modello di sviluppo.
Ma il controllo quantitativo non basta. Non si controlla o non si modifica un modello di sviluppo attraverso il contenimento dei quantitativi; le esperienze di pianificazione passate, e non solo quelle legate all’attività estrattive, insegnano al riguardo. Le novità intervenute nella nuova stagione di pianificazione hanno aiutato e fornito nuovi strumenti per il governo qualitativo del processo: concertazione istituzionale, esplicitazione di indirizzi e di obiettivi chiari da condividere alla fonte del processo di pianificazione e da sviluppare nei piani sono esempi in tal senso. Logica conseguenza di queste premesse e stata quella di una razionale localizzazione dei poli estrattivi effettuata, nel rispetto della legislazione vigente con una la metodologia che si articola attraverso tre fasi, che passano da una verifica puntuale delle proposte dei vari poli estrattivi attraverso la messa in sistema delle opportunità naturalistico ambientali che sono rappresentate dal recupero degli stessi.
L’attenzione verso gli aspetti di salvaguardia e tutela dell’ambiente è, quindi, notevolmente cresciuta e con essa anche la sensibilità in ordine ad una migliore qualificazione di metodologie di coltivazione e recupero avanzate per interventi specifici di recupero delle aree già sfruttate dall’attività estrattiva da destinare ad usi naturalistici e ricreativi (rimodellamento, riforestazione e rinaturalizzazione).
- definizione delle strategie con gli enti e le amministrazioni del territorio (Conferenza di Pianificazione e Documento Preliminare);
- condivisione degli obiettivi del Piano con la Regione Emilia Romagna (Accordo di Pianificazione);
- coinvolgimento dei vari soggetti tecnici e sociali interessati (Convegni, Incontri pubblici, Agenda 21);
- percorso tecnico istituzionale (Commissioni del Consiglio Provinciale e Commissione Tecnica Infraregionale Attività Estrattive).
- istruttoria: avviata nel 1999 con gli studi preliminari per indagare la composizione lito-mineraria dei principali bacini, e per la verifica delle più aggiornate tendenze nel recupero delle cave;
- concertazione: avviata nell’ottobre 2002 con la proposta di Documento Preliminare con cui venivano formulati metodo e obiettivi e dimensionamento del PIAE, su cui si è svolta la Conferenza di Pianificazione, Agenda 21 e molti altri incontri. In quella fase è stato possibile approfondire studi e ricerche, anche in relazione alle esigenze emerse dalla discussione nelle varie sedi; tra questi lo Studio di compatibilità idraulico ambientale, lo Studio di Bilancio Ambientale, lo Studio idrogeologico sulle interferenze con gli acquiferi sotterranei;
- approvazione: avviata nel novembre 2003 con l’adozione del PIAE, su cui sono state raccolte le osservazioni dei privati e della Regione Emilia-Romagna. Anche nella fase approvativa sono continuati gli incontri pubblici, in particolare con i cittadini e le amministrazioni interessate dalle proposte di attività estrattiva, e gli approfondimenti tecnici necessari alla redazione delle controdeduzioni alle osservazioni, tra cui la specificazione delle Linee guida per i ripristini e dello Studio idrogeologico sulle interferenze con gli acquiferi sotterranei.
I passaggi in Consiglio Provinciale da due, quanti erano in precedenza, sono diventati tre, e le osservazioni dei privati e degli altri enti sono arrivate dopo che sulle proposte di Piano si era già svolta una ampia discussione.
A0 Sintesi del quadro conoscitivo
All. A0 1/a Zone di protezione campi pozzi – Bacino Enza (scala 1:25.000)
All. A0 1/b Zone di protezione campi pozzi – Bacino Secchia (scala 1:25.000)
All. A0 1/c Zone di protezione campi pozzi – Bacino Po (scala 1:25.000)
All. A0 2/a Stato di attuazione previsioni PIAE ’96 – Bacino Enza (scala 1:25.000)
All. A0 2/b Stato di attuazione previsioni PIAE ’96 – Bacini Po – Media Pianura (scala 1:25.000)
All. A0 2/c Stato di attuazione previsioni PIAE ’96 – Bacino Secchia (scala 1:25.000)
All. A0 2/d Stato di attuazione previsioni PIAE ’96 – Bacino Collina (scala 1:25.000)
All. A0 2/e Stato di attuazione previsioni PIAE ’96 – Bacino Montagna Est (scala 1:25.000)
All. A0 2/f Stato di attuazione previsioni PIAE ’96 – Bacino Montagna Ovest (scala 1:25.000)
All. A0 3 – Studio idrogeologico area Rubiera – Casse di espansione Secchia ai fini della pianificazione delle attività estrattive PIAE Reggio Emilia
Pr1 RELAZIONE GENERALE e ALLEGATI
Pr1 Relazione generale (2,1 Mb)
Pr1 Relazione generale – Allegato Linee guida per la qualità dei ripristini conseguenti alle attività estrattive (1,7 Mb)
P2 NORMATIVA TECNICA e ALLEGATI
P2 Normativa Tecnica di Attuazione (1,5 Mb)
P2 Normativa Tecnica di Attuazione – Allegato 1 NTA-Tipo per i PAE (1,7 Mb)
P6 VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE TERRITORIALE e MONITORAGGIO DEL PIANO
P6 Esiti della VALSAT e monitoraggio del piano (1,7 Mb)
CARTOGRAFIA DI PROGETTO
P4 LOCALIZZAZIONE PREVISIONI PER BACINI (scala 1:25.000)
P4 Localizzazione delle previsioni – Bacino Enza
P4 Localizzazione delle previsioni – Bacino Secchia
P4 Localizzazione delle previsioni – Bacini Po – Media Pianura
P4 Localizzazione delle previsioni – Bacino Collina
P4 Localizzazione delle previsioni – Bacino Montagna Est
P4 Localizzazione delle previsioni – Bacino Montagna Ovest
P5 SCHEDE PROGETTO PER BACINI (scala 1:10.000)
P5 Schede di progetto – Bacino Enza
P5 Schede di progetto – Bacino Secchia
P5 Schede di progetto – Bacino Po
P5 Schede di progetto – Bacino Media Pianura
P5 Schede di progetto – Bacino Collina
P5 Schede di progetto – Bacino Montagna
Allegato A Sintesi delle controdeduzioni alle osservazioni (256 Kb)
Allegato B Sintesi delle controdeduzioni alle riserve della Regione Emilia Romagna (147 Kb)
Allegato C Controdeduzioni alle osservazioni di ufficio del Servizio Pianificazione Territoriale e Difesa del Suolo
Barbara Casoli – geologa tel. 0522.444224