La Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss) di Reggio Emilia e Cgil, Cisl e Uil, Confederali e pensionati, hanno firmato oggi in Provincia un accordo per la regolamentazione delle case famiglia per adulti e anziani con disabilità fisica e-o psichica, con un massimo di 6 ospiti.
Le case famiglia sono “comunità di tipo familiare” di iniziativa privata che non necessitano di particolari autorizzazioni al funzionamento, ma solo della segnalazione di inizio attività al Comune e che possono ospitare persone autosufficienti o lievemente non autosufficienti per le quali la permanenza in famiglia non è possibile o coerente con il progetto di vita.
Con l’accordo firmato oggi, Ctss e sindacati condividono la necessità di definire congiuntamente un regolamento omogeneo per l’intero territorio provinciale, che recepirà le linee di indirizzo regionali dello scorso luglio, e di favorirne l’adozione nei Consigli comunali. Inoltre, si condivide la necessità di mappare la situazione esistente e costituire una lista di Case Famiglia “di qualità” verso cui i servizi sociali possano orientare gli utenti, con l’intento di salvaguardare i cittadini nella fase della scelta della struttura a cui rivolgersi. Viene infine posta attenzione alla salvaguardia della qualità del lavoro e della salute dei lavoratori, così come l’importanza di favorire l’apertura delle strutture al territorio.
“Si tratta di un accordo importante che risponde alla necessità di regolamentare un ambito particolarmente delicato – commentano il presidente della Provincia e della Ctss di Reggio Emilia, Giorgio Zanni e Giammaria Manghi – D’intesa con i sindacati, si procederà ad una mappatura conoscitiva diffusa delle strutture presenti sul territorio e ad una codifica di regole che definiscano standard omogenei in grado di soddisfare le esigenze degli ospiti e delle loro famiglie, nonché dei lavoratori”.