“Reggio oggi incontra la storia”. Con queste parole il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha aperto oggi pomeriggio il proprio intervento in occasione dell’inaugurazione del nuovo Centro onco-ematologico di Reggio Emilia (CoRe), alla presenza del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Dopo 51 anni dall’edificazione dell’arcispedale, non c’è solo una storia che continua, ma c’è soprattutto una comunità che prosegue a prendersi cura di se stessa attraverso l’inaugurazione di un edificio che è il segno di come Reggio continui a tutelare il diritto principale delle persone, che è quello alla salute”, ha detto il presidente Manghi per il quale “il CoRe è un segno della curanza e questo è importante perché la cosa peggiore per le istituzioni pubbliche e per la sanità in particolare è proprio la noncuranza”.
“Il CoRe rappresenta un approdo di comunità: ci sono le istituzioni, lo Stato, la Regione, la Provincia e il Comune, ma c’è soprattutto il tessuto connettivo vivo di un intero territorio, immortalato dal girotondo che questa mattina ha cinto l’edificio, sintetizzato dal Grade, che ha saputo enfatizzare questa opera corale e di comunità raggiungendo un risultato davvero straordinario non solo per i 2,5 milioni raccolti, ma soprattutto per le tantissime persone che ha saputo coinvolgere attorno a questo progetto“ ha continuato Manghi, chiudendo poi con una riflessione da presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, ovvero “l’organo preposto agli investimenti e a regolare la programmazione della sanità in questa provincia”.
“Il Co-Re non è una cattedrale nel deserto, ma una struttura che impreziosisce ulteriormente un sistema sanitario complessivamente di primo livello che innanzitutto ha i conti in ordine, senza artifici che riportino in pari i bilanci, e non è così dappertutto – a ha detto il presidente – A fare da corollario oggi attorno al Co-Re ci sono le espressioni di un modello sanitario che si è incamminato tra ricerca della prossimità, ovvero avvicinamento alle persone e delocalizzazione delle cura, e affinamento delle strutture sanitarie”.
“Allora oggi Reggio Emilia senza supponenza, ma con garbo e consapevolezza, può mandare una bella cartolina a se medesima, ma anche all’Italia che ha bisogno di esempi di professionisti, amministratori, cittadini e volontari che costituiscono una comunità seria e dicono che c’è anche un’Italia in cui è possibile realizzare queste cose – ha concluso il presidente della Provincia – Tutto questo ci porta fiducia, ci porta speranza, ma ci porta anche a riflettere sull’utopia, che come ci ricorda scrittore uruguayano Eduardo Galeano serve per farci continuare a camminare: perché proprio la tensione alla perfezione e alla realizzazione dei sogni testimoniata dal Core, credo ci porti a camminare bene, con consapevolezza e senso di positività, e a dimostrare che anche nella nostra Italia i sogni si possono realizzare”.