Oltre venticinquemila studenti coinvolti negli anni, laboratori e lezioni per gli studenti della scuola secondaria, serate di divulgazione per i cittadini: è questo l’impatto che l’iniziativa “Noi Comuni e cittadini reggiani contro le mafie 2015” avrà sul territorio reggiano dal 13 al 18 aprile prossimi. Sotto la direzione scientifica di Antonio Nicaso, esperto di organizzazioni criminali, e coordinata da Rosa Frammartino per conto di Caracò editore, la rassegna ha visto, nei giorni del 29 novembre e dei lunedì primo dicembre, una prima anticipazione, con una serie di eventi sul territorio, cui ha preso parte anche il magistrato Nicola Gratteri, intervenuto alla presentazione alla stampa. L’iniziativa è promossa dalla Provincia, sostenuta dalla Regione, con il patrocinio dell’Università di Modena e Reggio, con i media partner Radio Bruno, Cortocircuito webtv, Rete Radio 100 passi, e la collaborazione di Addiopizzo, Giovani Reggiani Contro le mafie, Solidaria , Associazione Puglisi, Associazione Premio Giorgio Ambrosoli, Trasparency Int. Italia.
Per il Presidente Manghi: «Questo è un lavoro che portiamo avanti continuità con la Provincia di ieri e rinnoviamo con quella di oggi. La legalità è una priorità assoluta, resa tale dall’attualità che abbiamo vissuto nelle ultime settimane. Nel 2010 sono arrivate le prime interdittive che hanno scompaginato le certezze a livello di immaginazione collettiva, poi nel tempo le manifestazioni per la sensibilizzazione diffuse sul territorio hanno registrato un lento defluire rispetto ai tempi di inizio, ma quello che è accaduto nelle ultime settimane ha fatto di nuovo mobilitare istituzioni e cittadini. Ma non occorre attendere i fatti e gli eventi di cronaca per lavorare sul fenomeno: come Provincia abbiamo inteso portare avanti un progetto che aveva già le sue radici, in nome della necessità totale di rendere conoscenti e consapevoli le persone. Senza questo dato basilare ogni azione è disorganica e disarticolata, poiché credo sia emerso un deficit culturale che ha segnato la nostra comunità locale, Interlocutori come il procuratore Gratteri e Antonio Nicaso -ha concluso Manghi- sono elementi che aiutano a connotare questa rassegna: qui c’è il linguaggio della verità che io apprezzo molto, ed è l’unico che ci serve per capire e per agire. Un realismo verghiano che emerge e che è particolarmente utile per trasferire la fotografia reale di quello che è lo stato delle cose, dei problemi che abbiamo, e di come fare per risolverli».
Per la vicepresidente Malavasi: «Questa rassegna è stata intitolata appunto Noi comuni e cittadini reggiani contro le mafie, per dire che c’è un territorio che vuole fare argine, e non è un caso che tale progetto sia stato definito dalla Regione come di grande impegno civile: è un percorso che oltre alla rete degli organizzatori vede un grande supporto dalla Prefettura, e personaggi come Alessandro Gallo della casa editrice Caracò, che è diventato un partner per strutturare le iniziative. L’obiettivo è quello di portare l’offerta formativa nelle superiori, all’insegno del rispetto regole e di una pedagogia civile che qualifichi la nostra società».
Per il professor Antonio Nicaso: «È la quinta edizione di un percorso che continua: il territorio ha avuto ani fa una reazione forte, quasi di choc, poiché questa terra pensava di avere gli anticorpi per respingere la criminalità alla radici, mentre un pentito già affermava che nella sola provincia di Reggio vi è la presenza di cinque locali della ‘ndrangheta (cellule fondamentali dell’organizzazione, ndr). Sappiamo ora che qui vivono esponenti delle organizzazioni di Isola Capo Rizzati e di Cutro, ma pure esponenti del reggino e del vibonese. Oggi vi è una maggiore sensibilità, che è andata oltre lo choc e la negazione per questioni di marketing territoriale, e si è capito che le mafie si possono respingere solo tenendo alta la guardia. La parola infiltrazione -prosegue Nicaso- è sbagliata, perché la mafia agisce in modo collusivo. Le mafie non si infiltrano, ma stringono relazioni che hanno bisogno di sponde e di nessi funzionali. Le nostre non sono delle passerelle, ma momenti conclusivi di un percorso che Caracò e Rosa Frammatrino portano nelle scuole. Il nostro obiettivo è quello di creare tanti Cortocircuito: la redazione di Cortocircuito, infatti, è un prodotto di tale semina e di tale consapevolezza, realizzata da ragazzi che sono cresciuti con noi. Occorre creare altri circuiti virtuosi coinvolgendo sempre di più giovani, per farli diventare protagonisti».
Per il magistrato Nicola Gratteri, consulente della commissione parlamentare antimafia: «Sono abituato sempre a dire la verità, altrimenti sto zitto. E se sono qua, è perché ci credo. Se io sono venuto a Reggio è perché credo fortemente in questo progetto. Tanto è il tempo che viene dedicato dagli insegnanti a questa rassegna, e il livello delle domande che i ragazzi ci pongono è molto alto, quasi da adulti». Sull’eventualità che vi possano essere nuove indagini legate ai clan sulla nostra provincia, Gratteri ha affermato : «Non troveremo mai una trave, con un maxi appalto destinato a società vicine alla mafia. Ma troveremo tante pagliuzze, con piccoli subappalti e prestanome, perché la mafia si muove per non dare nell’occhio».